Prolasso Urogenitale

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Viene definito prolasso pelvico la discesa (descensus) verso il basso, attraverso lo jatus urogenitale del pavimento pelvico, dei visceri endopelvici:
- vescica - uretra
- utero - cupola vaginale
- retto.

Questo è secondario al cedimento totale o parziale dei sistemi di sospensione e sostegno degli organi endopelvici.
I dati scientifici hanno evidenziato una incidenza del prolasso urogenitale del 41% tra le donne in menopausa di età superiore ai 60 anni non sottoposte ad isterectomia.
La stessa incidenza scende al 39% nelle donne isterectomizzate.
Nelle donne di età compresa fra i 50-79 anni è stato osservato un rischio di cistocele del 34%, del rettocele del 19%, dell’isterocele (prolasso uterino) del 14%.
Diversi fattori acquisti o congeniti intervengono nella patogenesi del prolasso urogenitale.

Fattori acquisiti:
- obesità
- parto
- parità
- peso del neonato
- stipsi
- danni ostetrici
- menopausa
- stili di vita che determinano un costante aumento della pressione endo-addominale (attività lavorative o sportive pesanti)
- bronchite cronica
- pregressa isterectomia che comporta una modificazione delle dinamica pelvica, in quanto vengono sezionati i legamenti utero-sacrali fondamentali per la statica della cupola vaginale

Fattori congeniti:
- alterazioni del metabolismo del tessuto connettivo
- incremento dell’elastasi
- riduzione dell'elastina
- ridotto turnover del collagene
- aumento del collagene di tipo III

Queste alterazioni determinano una maggior rigidità e una minor elasticità dei tessuti che costituiscono il pavimento (diaframma) pelvico, a cui segue una diminuzione della funzione di supporto degli organi pelvici.
Il diaframma pelvico è un complesso di muscolatura striata e di tessuto connettivo che sostiene nella sede naturale gli organi endopelvici. L’elevatore dell’ano costituisce un’amaca su cui poggiano gli organi pelvici ed è rivestito dalla fascia pelvica. Quest’ultima forma dei legamenti rappresentati anteriormente dai legamenti pubo-uretrali, lateralmente dai legamenti uretra-pelvici, inferiormente dalla fascia pubo-cervicale, posteriormente dai legamenti utero-sacrali e dai legamenti cardinali.

Anatomicamente si distingue:
- prolasso della parete vaginale anteriore. Attraverso la parete vaginale anteriore si può avere la discesa dell’uretra (uretrocele) e della vescica (cistocele), viene anche impiegato il termine di cistouretrocele.
- prolasso della cupola vaginale e dell’utero (isterocele). Nelle pazienti isterectomizzate, si riscontra frequentemente l’erniazione del cul de sac peritoneale con o senza il suo contenuto intestinale fra il retto e la vagina. Quando sono interessate nelle discesa le anse intestinale si parla di enterocele.
- prolasso della parete vaginale posteriore. Attraverso la parete vaginale posteriore si può avere il prolasso del retto (rettocele).
Queste alterazioni possono interessare i diversi compartimenti vaginali singolarmente o più frequentemente i diversi compartimenti vaginali sono associati fra loro nel descensus.

Il sistema di classificazione della gravità del prolasso urogenitale più utilizzato è quello chiamato Half Way System (HWS o sistema di Baden-Walker) che prendendo come punti di riferimento l’imene e le spine ischiatiche distingue:
- grado 0: posizione normale
- grado I: descensus fino a metà strada fra la sede normale e l’imene sotto sforzo
- grado II: descensus fino all’imenine sotto sforzo
- grado III: descensus oltre al piano dell’imene sotto sforzo
- grado IV: descensus oltre al piano dell’imene anche a riposo, non riducibile

La sintomatologia clinica del prolasso urogenitale è caratterizzata da:
- sensazione d’ingombro a livello vaginale più evidente in ortostatismo (in piedi), spesso associata alla sensazione tattile di qualche cosa che esce dalla vagina in modo particolare dopo uno sforzo o alla sera
- sensazione di peso perineale causato dalla prolungata stazione eretta o dallo sforzo
- disturbi minzionali della fase di riempimento (urgenza minzionale) e della fase di svuotamento (difficoltà allo svuotamento vescicale, costante sensazione d’incompleto svuotamento vescicale, attesa nell’inizio della minzione, mitto astenico, atto minzionale in più tempi), nei casi più gravi di cistocele potrebbe coesistere l’ incontinenza urinaria da sforzo e/o da urgenza
- alterazioni dell’alvo
- dolore lombare
- disturbi della sfera sessuale (dispareunia)

La diagnosi si basa sull’anamnesi e sull’esame clinico-obiettivo che permette di valutare tutti i compartimenti vaginali: anteriore - posteriore - cupola vaginale e utero.
Esami diagnostico-strumentali aggiuntivi sono: RM pelvica statica e dinamica, ecografia transvaginale e perineale, esame urodinamico.
Diverse sono le tecniche chirurgiche impiegate per la correzione del prolasso urogenitale che in base alla via d’accesso vengono distinte in procedure per via vaginale e procedure per via addominale.
Queste ultime possono essere eseguite con tecnica chirurgica tradizionale aperta o con tecnica chirurgica Mini - Invasiva VideoLaparoscopica HD-3D con tutti i vantaggi che questa tecnica offre alle pazienti.
i dati scientifici in letteratura sembrano dimostrare che l’intervento VideoLaparoscopico HD-3D di Colpopromontopessi per correggere il prolasso ha una percentuale di non recidiva nel tempo pari al 97-98% dei casi rispetto alle tecniche chirurgiche vaginali.

Inoltre, quando viene utilizzata la via vaginale, la paziente ha un rischio di poter andare incontro a una stenosi cicatriziale dell’introito vaginale che renderebbe difficoltoso o impossibile un normale rapporto sessuale. L’insorgenza di questa complicanza comporta senza dubbio un peggioramento della qualità della vita, in particolare nelle pazienti ancora discretamente giovani. Questa possibilità non accade nella tecnica chirurgica mini-invasiva VideoLaparoscopica HD-3D in quanto si utilizza la via anteriore addominale trans peritoneale per correggere il prolasso urogenitale e non la via vaginale, quindi questa conserva la sua fisiologica funzione.

In ultimo, con l’intervento di Colpopromontopessi VideoLaparoscopica HD-3D, vengono corretti contemporaneamente tutti i compartimenti vaginali, in questo modo il rischio d’insorgenza di nuovi prolassi è praticamente quasi nullo.
Nell’intervento VideoLaparoscopico HD-3D di Colpopromotopessi per la correzione del prolasso urogenitale vengono impiegati dei mesh (reti sintetiche in monofilamento di polipropilene non riassorbibili con struttura macroporosa che offrono ottimi risultati in termini di efficacia pari al 93-100% dei casi e tassi di complicanze che oscillano fra 0,8 - 9 % per quanto riguarda l’erosione e fra il 3 e 11% per quanto riguarda la retrazione protesica. E’ opportuno ricordare che queste complicanze dipendono dalla reazione tessutale dell’organismo alla presenza dei mesh.



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