Si tratta di una patologia caratterizzata da ectasie (dilatazioni) venose a carico del plesso pampiniforme del funicolo spermatico, secondarie a reflusso di sangue con conseguente stasi venosa.
E’ presente in circa 11% dei maschi adulti. Presenta una distribuzione per classi di età, raro alla nascita, aumenta intorno ai 12 anni, con il maggior picco d’incidenza fra i 15 e 20 anni, mentre in età più avanzata si osserva una prevalenza nettamente inferiore.
Si riscontra nel 95% dei casi solo monolateralmente a sinistra, a causa delle differenti caratteristiche anatomiche fra le due vie vascolari: la vena spermatica interna sinistra drena nella vena renale sinistra (basso flusso) omolaterale, mentre la vena spermatica interna destra drena direttamente nella vena cava inferiore (altro flusso). Poco frequente il riscontro di varicocele bilaterale (5% dei casi).
La forma di varicocele sinistro più comune e importante dal punto di vista clinico-terapeutico è quella legata alla presenza di un reflusso venoso reno-spermatico, responsabile del varicocele intrfunicolare tipo I secondo Coolsaer.
Esiste anche un reflusso venoso più raro iliaco-spermatico, responsabile del varicocele extrafunicolare tipo II secondo Coolsaer.
Frequente si può riscontrare un reflusso di tipo III secondo Coolsaer, cioè una associazione del reflusso intrafunicolare ed extrafunicolare.
Le possibili cause alla base del reflusso venoso sono:
- insufficienza valvolare venosa. Il soggetto potrebbe anche sviluppare vene varicose agli arti inferiori, spesso su base ereditaria.
- confluenza fra la vena spermatica interna sinistra e la vena renale sinistra ad angolo retto.
- pinza aorto-mesenterica.
Qualunque sia la causa, il varicocele può produrre sia una danno anatomico sia un danno funzionale.
In molti casi, secondo alcuni studi circa il 40%, il varicocele determina nel tempo una progressiva relativa ipotrofia testicolare.
La frequenza di anomalie a carico del liquido seminale (dispermia) è presente in una percentuale variabile fra il 30-80% dei soggetti portatori di varicocele. Per questa ragione molti autori sostengono il varicocele rappresenti una delle cause d’infertilità maschile.
Tuttavia a oggi, la fisiopatologia del danno testicolare dipendente dal varicocele è incerta e dibattuta. Fra i possibili meccanismi responsabile di questo danno, abbiamo l’aumento della temperatura scrotale determinato dalla stasi venosa, il decremento della tensione di O2 con conseguente ipossia testicolare, stress ossidativo e reflusso di catecolamine, cortisone e renina.
La diagnosi si basa sull’esame clinico-obiettivo, eco-colo-doppler del funicolo spermatico, utile soprattutto nei casi iniziali o dubbi.
Il varicocele presenta una stadiazione clinico-obiettiva e una stazione eco-color-doppler.
Nel primo caso, si distingue:
- varicocele infraclinico, non palpabile né visibile a riposo o sotto utilizzo del torchio addominale (manovra di Valsalva), ma riscontrabile solamente all’eco-color-doppler funicolare. Questa forma di varicocele, si riscontra prevalentemente in soggetti che si rivolgono allo specialista per un problema d’infertilità di coppia.
- varicocele di I grado: non visibile, ma palpabile sotto manovra di Valsalva.
- varicocele di II grado: non visibile ma palpabile in condizioni basali.
- varicocele di III grado: visibile e palpabile in condizioni basali.
Nel secondo caso, si distingue:
- I stadio secondo Sarteschi: reflusso all’emergenza scrotale solo dopo manovra di Valsalva, ipertrofia della parete venosa senza stasi venosa.
- II stadio secondo Sarteschi: reflusso sopratesticolare solo dopo manovra di Valsalva, stasi venosa senza varicosità.
- III stadio secondo Sarteschi: reflusso peritesticolare con manovra di Valsalva, varicocele manifesto con varici cremasteriche iniziali.
- IV stadio secondo Sarteschi: reflusso spontaneo basale, incremento in corso di manovra di Valsalva, eventuale ipotrofia testicolare, varicocele manifesto, varicosi del plesso pampiniforme.
- V stadio secondo Sarteschi: reflusso spontaneo basale che non si incrementa con manovra di Valsalva, testicolo ipotrofico, varicocele manifesto, varicosi del plesso pampiniforme.
Inquadrato il varicocele, si esegue uno spermiogramma e nei soggetti minorenni in cui non vi è ancora una definitiva maturazione del liquido seminale tale da essere attendibile, si esegue un dosaggio ormonale di testosterone, LH, FSH.
La correzione terapeutica del varicocele è essenzialmente chirurgica.
Esiste a oggi, un’ampia discussione scientifica sull’utilità o meno della correzione del varicocele per migliorare il liquido seminale e quindi un aumento delle probabilità di concempimento.
Le attuali raccomandazioni per la correzione del varicocele secondo le Società Scientifiche sono:
- Il trattamento del varicocele si raccomanda in adolescenti con compromissione progressiva dello sviluppo testicolare documentato da esami clinici seriati.
- il trattamento dei varicocele va riservato ai ragazzi che presentano un dolore o fastidio frequente e/o costante a livello funicolo-testicolare, in particolare se devono stare a lungo in piedi o svolgono attività fisica o sportiva intensa, non giustificato in altra maniera. A questi pazienti è necessario fare presente che esistono anche delle orchialgie di n.d.d. (dolori testicolari non giustificabili), per cui dopo la correzione del varicocele, il dolore e/o fastidio potrebbe ripresentarsi anche in assenza di recidiva.
- il trattamento del varicocele, dovrebbe essere considerato nei casi di varicocele clinicamente rilevabile, oligospermia, durata dell’infertilità di coppia uguale o superiore ai due anni non altrimenti spiegabile.
- Non esistono al momento evidenze che indichino un beneficio del trattamento del varicocele in uomini infertili che presentino esami del liquido seminale nella norma o in uomini con varicocele sub-clinico. In tale situazione il trattamento del varicocele non può essere raccomandato.
La terapia chirurgica, prevede la legatura e la sezione della vena spermatica e delle sue collaterali, oppure interventi di sclero-embolizzazione:
- Legatura e sezione della vene spermatiche attraverso diverse vie: scrotale, inguinale, sovrainguinale, laparoscopica transperitoneale, quest’ultima ampiegata in particolare per i varicoceli bilaterali.
- Scleroembolizzazione: può essere per via retrograda utilizzata soprattutto dai radiologi interventisti; per via anterograda nota anche come sclerotizzazione secondo Tauber dall’urologo tedesco che la introdotta.
Qualsiasi manovra chirurgica venga utilizzata per la correzione del Varicocele, il rischio di recidiva nel tempo va dallo 0,8% al 13%.